Come cambia l'azione dello Stato nell'economia: confronto tra studiosi nell'ambito della 29esima conferenza della Società italiana di economia pubblica
Nel campo dell’analisi economica negli ultimi vent’anni ha preso piede il filone dell’economia comportamentale, prevalente rispetto alla teoria classica dell'homo oeconomicus razionale: secondo questa interpretazione, le scelte dell’uomo dipendono soprattutto da sentimenti ed emozioni, non sempre rispondenti a una concezione puramente egoistica e utilitaristica dell'agire umano. Sentimenti ed emozioni inducono quindi l'individuo a compiere azioni anche in campo economico apparentemente irrazionali o incoerenti rispetto alle reali (o prevedibili) esigenze. E lo Stato non può non tener conto di questi comportamenti da parte del cittadino/consumatore.
La varietà e la complessità di comportamenti individuali e sociali esigono pertanto un rinnovato sforzo di economisti e scienziati sociali nello studio del ruolo e della giustificazione dell'azione dello Stato nell'economia, dei meccanismi e strumenti di intervento e delle conseguenze delle politiche.
Il complesso rapporto tra Economia pubblica ed Economia comportamentale è stato il tema della 29esima conferenza annuale della Società italiana di economia pubblica (Siep), che si è tenuta il 21 e il 22 settembre al dipartimento di Economia e Impresa (Dei) dell’Università di Catania. Un incontro articolato in sessioni parallele e tavole rotonde nel corso delle quali numerosi economisti ed esperti hanno dibattuto su tematiche come il passaggio dalla teoria economica alle politiche pubbliche, economia comportamentale e fiscalità, infrastrutture e sviluppo economico, tassazione e debito nell’economia primaria…
Uno dei momenti più importanti della conferenza - ripreso dalle telecamere di Zammù TV - è stato la tavola rotonda "Dalla teoria economica alle politiche pubbliche", alla quale sono intervenuti - moderati dal prof. Giacomo Pignataro, ordinario di Scienza delle Finanze e già rettore dell'Università di Catania - il prof. Marco Buti (direttore generale agli Affari economici e finanziari della Commissione Europea), il prof. Alberto Zanardi (Università di Bologna e Consiglio dell'Ufficio parlamentare di bilancio), il direttore generale delle Finanze prof.ssa Fabrizia Lapecorella (Università di Bari), l'ex parlamentare Nicola Rossi (professore ordinario di Economia Politica all'Università di Roma "Tor Vergata"), la prof.ssa Silvia Giannini (università di Bologna), già vicesindaco di Bologna, e il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno prof. Claudio De Vincenti.
Il confronto tra gli esperti, e il successivo dibattito, hanno cercato di fare emergere - da punti di vista differenziati, quali quelli rappresentati da ciascun relatore - l'effettiva rispondenza delle analisi condotte attraverso le ricerche teoriche degli economisti all'interpretazione di una realtà economica e sociale che presenta dinamiche sempre più accentuate. Ciò soprattutto al fine di sviluppare politiche pubbliche efficaci nel perseguimento di alcuni obiettivi strategici e di affinare quegli strumenti che consentono di prevedere e controllare l'andamento dell'economia, specie in un contesto così fortemente caratterizzato dalla crisi.