Il magnifico dell'Università di Catania, Giacomo Pignataro, si presenta alla prima lezione dell'anno, al dipartimento di Economia e impresa, per dare il benvenuto ai nuovi iscritti. «Non lasciatevi ingannare. L'università serve, l'istruzione serve, eccome! Oggi l'Italia non è un paese per giovani, perché viene ridimensionato e sottovalutato il peso dell'istruzione - ha affermato - Se questo Paese e questa nostra terra hanno oggi una possibilità di uscire dal momento difficile che tutti stiamo attraversando, questa è nella conoscenza»
Il rettore Giacomo Pignataro ha scelto di essere presente all'avvio delle lezioni nel dipartimento di Economia e Impresa (nell'aula magna del Palazzo Fortuna). «Questa - ha detto - è in assoluto la prima lezione delle matricole dell'anno accademico 2013/2014. Per questa ragione, non per semplice affetto nei confronti del mio dipartimento, sono qui. Ho voluto essere presente per dare un caloroso e affettuoso benvenuto ai nuovi iscritti dell'Università degli Studi di Catania e per augurare buon lavoro per il corso di studi che iniziate ad affrontare oggi, non solo a voi ma a tutti i vostri colleghi di tutti i dipartimenti».
Il breve saluto del rettore è proseguito con lo sforzo di interpretare lo stato d'animo di chi ascolta per la prima volta una lezione universitaria: entusiasmo nell'affrontare il nuovo percorso, ma anche «tanti pensieri e tante preoccupazioni». Rispetto alle quali «non posso dare risposte certe ma, vi assicuro, siamo impegnati».
Dinanzi alla domanda se l'università e l'istruzione servono, Pignataro ha asserito: «Non lasciatevi ingannare. L'università serve, l'istruzione serve, eccome! Oggi l'Italia non è un paese per giovani, perché viene ridimensionato e sottovalutato il peso dell'istruzione. Se questo Paese e questa nostra terra hanno oggi una possibilità di uscire dal momento difficile che tutti stiamo attraversando, questa è nella conoscenza».
«Lo sviluppo, infatti - ha proseguito il rettore - non va più orientato verso una moltiplicazione dei consumi, ma verso una qualità della vita: dobbiamo essere in grado di rimodellare il nostro sviluppo. E lo possiamo fare se abbiamo competenze e soprattutto la capacità di pensare in modo diverso rispetto al passato. Ecco perché l'istruzione serve. E' vero -- ha riconosciuto - : gli strumenti della conoscenza sono oggi a portata di tutti, per accedere a universi d'informazione. Ma ciò non è affatto sufficiente: non è la quantità d'informazioni che vi rende in grado di essere competenti. La lente per saperle leggere e interpretare è fornita dalla scuola e dall'università. L'università, ancor prima che un luogo di trasmissione del sapere, è dunque un luogo dove si formano le coscienze critiche, come ha affermato Papa Francesco. E dove si educano i giovani ai rapporti solidaristici con le altre persone».
A quale sfida sono pertanto chiamati i nuovi studenti dell'Ateneo? Secondo il rettore, «per riuscire all'università, occorre curiosità, passione, impegno, come in ogni altra attività umana. Per il successo non basta la creatività, essa va trasformata in qualcosa di concreto, tramite l'istruzione. Tutto nasce dalla curiosità, dalla passione che mettiamo nelle cose che facciamo, anche nello studio».
Esortando gli studenti ad un impegno continuo e costante, il rettore Pignataro ha concluso il suo messaggio citando «una frase scritta da un grande intellettuale del XX secolo», Antonio Gramsci: «Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza».