Il discorso inaugurale del rettore Francesco Basile, gli interventi del direttore generale Candeloro Bellantoni e del rappresentante degli studenti Andrea Giulla e la prolusione del prof. Stefano Paleari alla cerimonia d'inaugurazione dell'anno accademico 2017/18
Il rettore dell'Università di Catania Francesco Basile ha inaugurato ufficialmente l’anno accademico 2017/18 – il 583° dalla fondazione dell’Università di Catania -, al termine di una solenne cerimonia che si è tenuta sabato 24 febbraio al Monastero dei Benedettini.
Il discorso inaugurale del rettore dell'Università di Catania Francesco Basile. «In un mondo che cambia velocemente, come quello universitario – ha esordito il rettore - conservare e rievocare alcuni dei riti del passato diventa necessario per avere chiaro il percorso che abbiamo fatto e fermarci a comprendere i giusti percorsi da seguire».
Riequilibrio di bilancio, superamento del precariato storico, semplificazione ed efficientamento dell’azione amministrativa, potenziamento dei servizi agli studenti. Questa la ricetta per il rilancio dell’Ateneo di Catania proposta del direttore generale Candeloro Bellantoni.
Puntare sul Job Placement per favorire l’ingresso degli studenti nel mondo del lavoro e riportare l’Ateneo di Catania in linea con gli standard delle Università del nord Italia. Per Andrea Giulla, rappresentante degli studenti nel Senato accademico, sono i due punti “chiave” su cui l'Università di Catania deve intervenire in tempi brevi per assicurare soprattutto la qualità del percorso formativo e post laurea dello studente catanese. È questo l'appello lanciato da Giulla, studente del dipartimento di Giurisprudenza.
In occasione della cerimonia, il prof. Stefano Paleari, ordinario di Analisi dei sistemi finanziari, già rettore dell'Università di Bergamo e presidente della Conferenza dei rettori, ha tenuto una prolusione dal titolo "Il futuro del lavoro, il lavoro del futuro: quale Università?". Nel suo intervento ribadisce le ragioni per cui, ancora oggi, la scuola e l'università siano da considerare i capisaldi fondamentali per ridurre le disparità sociali e territoriali presenti nel nostro Paese.