Un format nuovo, interamente ideato dallo staff dell'Area per la comunicazione di Ateneo, diretto e realizzato da Zammù TV. Il set è l'antico refettorio del Monastero dei Benedettini. I protagonisti? Senza dubbio gli studenti: conduttori e attori della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2021
"L’Università che verrà" si compone di parole importanti: sfida, cambiamento, identità, curiosità, creatività, con una “visione” europea e un occhio di riguardo agli studenti, il vero cuore pulsante di un Ateneo che non si è mai fermato dal 1434.
Nonostante la pandemia imponga ancora di mantenere le distanze, l’Università di Catania non ha voluto rinunciare alle celebrazioni per l’inaugurazione dell’anno accademico 2020/21, il 586° dalla sua fondazione, declinando la cerimonia in formato digitale, una necessità che ha consentito di sperimentare nuove modalità di racconto senza abbandonare del tutto la tradizione.
Ideata dall'Area per la Comunicazione d'ateneo e diretta dallo staff di Zammù TV, la cerimonia di quest'anno è stata condotta da Danilo Nuncibello (laureando in Ingegneria e speaker di Radio Zammù) e da Martina Sapone (neolaureata in Filologia classica e diplomata alla Scuola Superiore di Catania). Come set è stato scelto l'antico refettorio del Monastero dei Benedettini, appositamente allestito per l'occasione.
Un'università non esisterebbe senza la sua componente fondamentale: la comunità di studentesse e studenti che ogni giorno affollano i corridoi, le aule e i cortili e che, in questi tempi difficili, sono costretti a studiare e laurearsi davanti a un computer, senza gli abbracci e i sorrisi dei colleghi e degli amici. La cerimonia si è aperta e chiusa con i loro videoselfie, inviati in risposta alla call "Ritorno al futuro!", in cui hanno condiviso aspettative, aspirazioni e progetti. A loro, ai loro sogni, alle loro speranze è dedicata "Unict 2021".
L'evento ha visto alternarsi sul suo palco virtuale, come in corteo simulato, i direttori dei dipartimenti e i presidenti delle strutture didattiche, chiamati a descrivere brevemente la loro idea di “università del futuro” con una parola chiave.
"Fiducia", "futuro", "cura", "metamorfosi" e "giustizia" sono state le parole scelte dai dipartimenti di Economia e Impresa, Scienze umanistiche, Scienze della Formazione, Scienze politiche e Giurisprudenza [rivedi]; "energia", "normalità", "innovazione", "spazio" e "trasformazione" per i dipartimenti di Fisica e Astronomia, Matematica e Informatica, Ingegneria elettrica, elettronica e informatica, Ingegneria civile e Architettura e Scienze chimiche [rivedi]; "risposta", "integrazione", "ricerca", "leadership" e "cura" per la Scuola di Medicina e i dipartimenti di Chirurgia generale e specialità medico-chirurgiche, Scienze biomediche e biotecnologiche, Scienze mediche, chirurgiche e tecnologie avanzate, Medicina clinica e sperimentale [rivedi]; "salute", "sostenibilità", "genesi", "mediazione", "altro" e "confronto" per i dipartimenti di Scienze del Farmaco, Agricoltura Alimentazione e Ambiente, Scienze biologiche, geologiche e ambientali, le strutture didattiche di Lingue e Architettura e la Scuola Superiore di Catania [rivedi].
Cinque le guest star intervenute alla cerimonia, ognuna con una parola chiave e con un importante messaggio per i nostri studenti.
Il primo intervento è dell'attore, regista e direttore del Teatro Nazionale di Genova, Davide Livermore, che ha parlato di #creatività: «Parlare di creatività vuol dire parlare di gioventù, e senza la gioventù, in questo momento, non si può immaginare un futuro». Ai giovani, Livermore chiede semplicemente di "fare i giovani": «Ho bisogno della vostra passione, dei vostri errori, perché solo con gli errori è possibile fare della sperimentazione nella propria vita».
Ospite di Unict è stato inoltre il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, a cui è stata affidata la parola chiave #visione: «Cari studenti, vi incoraggio a continuare a studiare, a partecipare attivamente alla costruzione di una nuova Europa, a prendere parte a questo importante momento di cambiamento». Nel suo appassionato intervento, Sassoli sottolinea come il nostro Ateneo sia «un luogo di confronto, di ricerca, di condivisione, ma anche come un ponte culturale e scientifico tra l’Europa e i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo. Su questo mare l’Europa ha il dovere di investire attraverso progetti capaci di favorire il passaggio ad una società più sostenibile, di rilanciare politiche di partenariato sociale, economico, culturale».
Seguono tre catanesi illustri, volti noti "made in Catania" del panorama nazionale che, incarnando lo slogan "Ovunque da qui", testimoniano come da Catania, e dal nostro Ateneo, si possa arrivare dappertutto: la cantautrice Carmen Consoli, il giornalista di Repubblica Francesco Merlo e la schermitrice Rossella Fiamingo, vincitrice di due ori mondiali e un argento olimpico.
«Qualcuno diceva che se tiri fuori ciò che è dentro di te, ciò che è dentro di te ti salverà», ha spiegato Carmen Consoli nel suo videomessaggio, dedicato alla parola chiave #identità. «Voi siete privilegiati - continua la Cantantessa - perché siete studenti e potete prendere la chiave della conoscenza», elemento fondamentale per affermare se stessi. Francesco Merlo ha parlato di #curiosità citando il "gioco della domanda cretina e della risposta intelligente", che gli ha consentito di ricavare informazioni interessanti anche dalle interviste più ostiche, mentre Rossella Fiamingo si è soffermata sul concetto di #sfida: «se accetti una sfida devi avere coraggio, forza di volontà e passione».
L'inaugurazione dell'anno accademico 2020/21 dell'Università di Catania, pur nel suo formato innovativo, ha mantenuto volutamente un momento istituzionale con gli interventi del rettore, Francesco Priolo, del prorettore Vania Patané e del direttore generale Giovanni La Via.
Al rettore il compito di delineare “l’Università che verrà”, partendo dalla crisi che ha investito il mondo intero da ormai un anno: «Vero e proprio propulsore per superare la crisi - afferma Priolo - sono stati in quest’anno il senso di appartenenza e le energie positive che i nostri studenti e le nostre studentesse hanno saputo trasmetterci. Energie vitali che ci hanno permesso di non restare spettatori passivi di eventi, e che oggi ci danno modo di comprendere il valore di tutto quanto la nostra comunità è riuscita a mettere a frutto in questo lungo e difficile 2020».