Un documentario del 2010, del regista Marco Pirrello, che racconta la Catania rock di questi ultimi tempi con uno sguardo al passato glorioso della Seattle d'Italia degli anni '90 e un ricordo del giovane produttore Francesco Virlinzi scomparso nel 2000. Cosa è cambiato?
"Oggi, in una Catania quasi del tutto spenta, sono in molti a vivere con un unico pensiero in testa: la musica". Lo stesso pensiero che aveva in testa Francesco Virlinzi, il giovane produttore scomparso nel 2000, che lanciò Camen Consoli e Mario Venuti e portò a Catania i R.E.M nel '95.
My Hometown - Catania di Marco Pirrello è un viaggio musicale in una città in crisi, ma ancora attenta e pronta a rispondere agli stimoli sonori. Tanta la nostalgia e la voglia di suonare e produrre per un luogo dove le difficoltà sono dietro ogni angolo. Quattro band etnee raccontano la loro storia e le loro scelte - Crabs, Narayan, Introversia e Dossi Artificiali - insieme a Daniele Grasso dello studio di registrazione The Cave, dove artisti come Afterhours, Cesare Basile, John Bonnar e John Parish hanno inciso i propri album.
Dopo quattro anni dall'uscita del documentario poco è cambiato. Tante le realtà nuove e altrettante quelle scomparse. La città etnea dall'anima rock forse si è piegata un po' alla crisi e alle logiche commerciali. Fortunatamente c'è chi ancora resiste e porta avanti i propri progetti con uno sguardo rivolto al futuro senza dimenticare il fermento e le innovazioni degli anni '90, quando Catania era soprannominata la Seattle d'Italia.