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Immagini vive e parole musicali

di Zammù TV e Mariano Campo

Nel secondo appuntamento di Zammù Spotlight, l'incontro tra gli studenti catanesi e lo scrittore francese Daniel Pennac che ha raccontato loro alcuni segreti della sua scrittura e della sua ammirazione per Fellini




«Potete chiedermi qualunque cosa vi passi per la testa. Io, come sempre, risponderò soltanto a ciò che voglio, e la mia interprete di oggi, Ludovica, tradurrà soltanto ciò che vuole lei… Sarà un bellissimo momento». Rompe il ghiaccio con una battuta che dovrebbe mettere a proprio agio il foltissimo pubblico, fatto soprattutto da giovani, si scusa perché «dopo trent’anni che frequento l’Italia ancora non parlo l’italiano», ringrazia per «la gentilissima e calorosa accoglienza ricevuta a Catania».

Esauriti a modo suo i convenevoli di rito, lo scrittore francese Daniel Pennac, protagonista del nuovo appuntamento di Zammù Spotlight – questa volta un happening nell’auditorium "De Carlo" del Monastero dei Benedettini, organizzato dal dipartimento di Scienze umanistiche dell'Università di Catania con Radio Zammù e Zammù TV -, si prende tutta la scena e risponde effettivamente, senza lesinare concetti e parole, a tutto ciò che gli viene domandato, dando vita – in un francese a tratti più comprensibile dell’italiano stesso - ad una lunga conversazione con gli studenti universitari catanesi che alla fine interrompe soltanto perché... gli è venuta voglia di un bel piatto di pasta.

L’occasione dell’incontro è stata offerta dalla rappresentazione al Teatro Massimo Bellini di Catania del suo spettacolo “Un amore esemplare”, in co-produzione con Zo Centro Culture Contemporanee, nel quale si esibisce con la fumettista Florence Cestac e gli attori Massimiliano Barbini e Ludovica Tinghi, per la regia di Clara Bauer.

Stimolato dalla speaker di Radio Zammù, Laura Rondinella, e da numerosi interventi dal pubblico, Pennac racconta l’origine della storia che ha dato vita al fumetto che ha lo stesso titolo dello spettacolo, pubblicato da Feltrinelli in Italia e da Dargaud in Francia («È un ricordo d’infanzia, il mio personale ritratto di due personaggi realmente esistiti, due vicini di casa dei miei nonni, assolutamente insignificanti agli occhi di tutta la comunità ma, a mio modo di vedere, due innamorati assoluti che tornano in vita nei disegni di Florence»), senza però sbilanciarsi troppo: «A teatro – raccomanda – bisogna lasciarsi sorprendere, senza inseguire le spiegazioni».

Per avvalorare la sua collaborazione con Cestac e la scelta di raccontare abbinando parole e immagini, loda il genio di Federico Fellini «che sognava i suoi personaggi, li trasponeva su carta, e poi nei suoi casting andava meticolosamente a ricercare gli attori più rassomiglianti a quelli che aveva sognato e poi disegnato». L’autore della celebratissima saga dei Malaussène parla poi della sua traduttrice italiana, Yasmina Melaouah, plaudendo alla sua abilità nell’andare a pescare nelle lingue più svariate le parole più adatte e musicali per esprimere «concetti che esistono nella mente e nell’animo degli uomini ma che stranamente non trovano corrispondenza lessicale nella lingua della traduzione». 

E poi si concede un commento sulle recenti elezioni politiche in Italia, facendo un ironico parallelo tra alcuni statisti francesi e alcuni personaggi "evergreen" italiani, suggerendo agli studenti: «Imparate a leggere e a capire con lentezza, astraendovi dalla velocità della società in cui viviamo oggi».


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