Dalle pubblicità ingannevoli agli scherzi della memoria. «Non bisogna mai fidarsi della nostra mente», è il monito di Sergio Della Sala, presidente nazionale del Cicap, invitato da Unict per smascherare alcune convinzioni pseudoscientifiche comuni e i meccanismi che le sostengono
C'è chi è disposto a spendere migliaia di euro per un dolcetto alla cannella che sembra somigliare a madre Teresa di Calcutta. E un'intera generazione convinta che mangiare spinaci faccia bene perché contengono ferro. Ci sono poi molti che non ricordano il retro di una comune moneta come i 50 centesimi di euro. «Il nostro cervello non è un computer. Non bisogna mai fidarsi della nostra mente». Così il professore Sergio Della Sala spiega a un gruppo di studenti di Medicina e Psicologia dell'università di Catania alcuni dei tranelli cerebrali più comuni. Direttore dell’unità di Human Cognitive Neuroscience delll’Università di Edinburgo, Della Sala è presidente nazionale del Cicap, comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze.
In questa veste è stato invitato all'evento Ti sai difendere dalle bufale scientifiche?, organizzato dall'ateneo in collaborazione con le associazioni Nike e Haruka. Un pomeriggio - tra stupore, risate ed esperimenti - che si inserisce nella settimana nazionale - dal 19 al 24 maggio - dedicata alla manifestazione La "bufala" è servita: tra scienza e pseudoscienza, promossa da Italia Unita per La Scienza, con l’aiuto organizzativo di Città della Scienza, Pro-Test Italia e Anbi (Associazione nazionale biotecnologi italiani).