Al Dipartimento di Fisica e Astronomia si sta realizzando il primo prototipo in scala reale in grado di realizzare “radiografie tridimensionali” di container per il trasporto di materiale radioattivo. Obiettivo? Prevenire il traffico illecito
Al Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Catania si sta realizzando il primo prototipo in scala reale per visualizzare in 3D, e in pochi minuti, il materiale radioattivo di contrabbando. Si tratta del “portale muonico” tutto made in Sicily, e la ricerca punta a prevenire il traffico illecito di materiale fissile nucleare, soprattutto in contesti aeroportuali e portuali.
Grazie a simulazioni, analisi, algoritmi e al lavoro sperimentale, i ricercatori catanesi puntano a vincere una grande sfida. Ogni anno, nel mondo, circolano più di 200 milioni di container. Di questi, solo l’1% viene controllato alle dogane, con sistemi che non sempre garantiscono il rilevamento di sostanze radioattive.
I finanziamenti per lo studio arrivano dal Pon Ricerca e Competitività 2007/2013. Nel progetto sono coinvolti, oltre al Dipartimento di Fisica e Astronomia, anche l'Inaf-Osservatorio Astrofisico di Catania e tre aziende per la costruzione del prototipo di rivelatore: StMicroelectronics, che ha realizzato i fotosensori, Meridionale Impianti, che ha curato la meccanica, e Insirio, che cura l'informatica e il controllo.
Il responsabile del progetto di ricerca è Francesco Riggi, ordinario di Fisica sperimentale del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Catania, che in questa seconda puntata de #IRicercati racconta le varie fasi di ricerca e sviluppo, e costruzione del prototipo, insieme ai ricercatori Domenico Lo Presti e Paola La Rocca.