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#futuropresente / Protonterapia - La svolta epocale per la cura dei tumori

di Debora Borgese

Il reportage di Debora Borgese che si aggiudicato il secondo posto al Premio Enrico Escher


L'idea virtuosa nasce nei Laboratori Nazionali del Sud dell' Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Catania e si concretizza con la progettazione e la realizzazione del sincrotone, un acceleratore di particelle impiegate per la cura dei tumori, che rappresenta l'evoluzione per la Protonterapia e Radioterapia a livello mondiale.

Il vantaggio dell'utilizzo di protoni risiede nel fatto che è possibile dosare la quantità necessaria alla distruzione del cancro riducendo il danneggiamento dei tessuti sani come invece avviene con l'irraggiamento della radioterapia classica (Raggi X ).
Lo studio e la sperimentazione catanese ha riportato risultati sorprendenti nella cura del melanoma della coroide: su oltre 300 pazienti, molti dei quali a rischio di decesso sicuro, ne ha salvati oltre il 95%, di cui almeno il 70% extraregionali.
L'Europa riporta l'attivazione di impianti di protonterapia in Francia, Germania, Svizzera, Austria e Repubblica Ceca, quest'ultima protagonista del recente caso di guarigione di Ashya King, il bambino britannico affetto da tumore al cervello.
In Italia sono attivi il Centro di Protonterapia di Pavia, Trento e Mestre, rientrati nel DM di Riordino dei LEA (livelli essenziali di assistenza garantiti dal servizio sanitario nazionale), un intervento che agevolerà i costi della terapia con il supporto finanziario nazionale.
Il Programma Quadro Sanità del 2003 indicava la città di Catania per la realizzazione del Centro di Protonterapia del Meridione, confermata dal Piano Oncologico Nazionale del 2010.
Contemporaneamente il progetto era stato recepito nelle strategie regionali per l'innovazioneconvalidato con la sottoscrizione dell'Accordo di Collaborazione tra l'INFN e la Regione Siciliana per lo sviluppo delle attività di Fisica Nucleare e Particellare alla Medicina e alla Salute: il 15 febbraio 2011 la DG della Commissione Europea inserì tra progetti strategici delle risorse del PO-FERS la realizzazione del Centro di Protonterapia di Catania presso l'Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania.

Un investimento da 112mln di EUR per coprire i costi di forniture, di costruzione, pianificazione e progettazione.
Le fonti di finanziamento per i costi d'investimento si individuavano nel contributo comunitario, fondi nazionali, risorse private, fondi dell'Azienda Ospedaliera e dai finanziamenti regionali. I fondi necessari per coprire i costi d'esercizio deriveranno dalle prestazioni effettuate e rimborsate dal servizio sanitario.
Nonostante l'istruttoria di valutazione in Commissione Sanità - ARS del 2013 avesse promosso a pieno titolo la realizzazione del Centro, il progetto è in stallo.
Il Presidente di Apindustria Giuseppe Scuderi ha denunciato questo immobilismo indirizzando le sueaccuse contro l'Assessore Lucia Borsellino che, sebbene in un primo momento abbia dato parere favorevole al progetto, sembra avere rivisto la sua posizione rimanendo fermamente ancorata alla decisione di non proseguire per mancanza di interesse delle imprese che hanno mandato deserta la gara . Secondo Scuderi, l'esito negativo del bando è scaturito dalla richiesta di fideiussione per l'intero importo che nessuna norma di legge sugli appalti prevede.
Le ragioni di remore potrebbero nascondersi nella semantica dei malati oncologici affetti da tumori definiti radioresistenti, ovvero non curabili con la radioterapia convenzionale: o gni anno si registrano circa 300mila casi di tumore di cui circa la metà necessita interventi radioterapici. In passato la radioterapia era associata agli interventi chirurgici mentre attualmente la radioterapia tradizionale ha una sorta di effetto volano che non esime i pazienti dal sottoporsi a fasci di altissima energia, rischiando di cagionare altre patologie a tessuti e organi vicini curando i tumori con la radioterapia tradizionale. Ne consegue che la protonterapia su tutti i tumori andrebbe a colpire gli interessi delle lobby e pertanto l'unica giustificazione sarebbe di ordine politico ed economico.

Arrestare la realizzazione del Centro di Protonterapia di Catania significa non permettere di evitare i continui e dolorosi "viaggi della speranza" a tanti malati del Sud che invece sono costretti a migrare e sostenere costose cure che la sanità regionale Siciliana paga circa 200 milioni di euro l'anno, come da bilancio; impedirle di diventare un'importante attrattiva sanitaria per i pazienti provenienti da altre regioni italiane e dall'estero, perché già punto di riferimento internazionale della protonterapia; bloccare la formazione di professionisti di settore, e quindi forme di impiego occupazionale che paralizzando il progetto verrebbero a mancare.
Questa negazione è un'inammissibile affronto per la ricerca e la sperimentazione delle eccellenze cittadine, che silente si consuma nei cassetti dei protocolli e delle occasioni ancora mancate in favore del benessere dei cittadini e a sostegno della Sanità nazionale e dell'economia regionale siciliana.

È imminente il ritiro dei fondi europei. Li perderemo?


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