Il fisico Alessandro Farini, responsabile del Laboratorio di psicofisica ed ergonomia della visione dell'Istituto nazionale di Ottica del Cnr tiene un seminario per gli allievi della Scuola Superiore di Catania nel corso del quale coinvolge il pubblico con alcuni esperimenti dal vivo, insieme con i risultati preliminari sulla percezione dei dipinti
Alessandro Farini, responsabile del Laboratorio di Psicofisica ed Ergonomia della visione dell'Istituto nazionale di Ottica del Cnr è stato ospite della Scuola Superiore di Catania a novembre dello scorso anno, per tenere il seminario dal titolo "Luce e arte: un legame indissolubile", che è stato trasmesso in diretta streaming.
Ecco il tema che ha trattato: «È impossibile separare la nostra visione dalla luce, ciononostante il rapporto tra luce, visione e percezione non è ancora oggi completamente chiarito. Possiamo vedere un oggetto perché la luce colpisce l'oggetto, l'oggetto riflette alcune lunghezze d'onda e parte della radiazione elettromagnetica può raggiungere la nostra retina, ma gran parte del processo di visione avviene nel nostro cervello. La nostra retina è qualcosa di completamente diverso dal CCD di una macchina fotografica, perché la retina è una parte di un cervello che può già analizzare il segnale luminoso: la luce misurata da uno strumento e luce percepita dal cervello sono due cose diverse. Ciò è rilevante per molti settori applicativi: lighting design, resa cromatica del monitor, smartphone, riproduzione del colore e così via.
«Modificare la luce che illumina un oggetto vuol dire cambiarne il colore, spesso in maniera assai rilevante. Fortunatamente il nostro sistema visivo è in grado di riadattare la nostra visione con diverse illuminazioni; questa capacità è stata recentemente sotto i riflettori a causa del famoso dibattito su #thedress nei social network. Questo è particolarmente evidente quando ci si occupa di beni culturali. Le nuove sorgenti led consentono oggigiorno di illuminare i dipinti utilizzando soluzioni molto diverse. Al laboratorio dell'Istituto nazionale di Ottica-Cnr situato all'interno dell'Opificio delle Pietre Dure abbiamo caratterizzato gli spettri di emissione delle sorgenti (tra cui un Raffaello) e abbiamo studiato la risposta delle persone a diversi tipi di illuminazione. I risultati mostrano come i led si stiano affermando come lampade di buona resa del colore, anche se il sottogruppo formato da storici dell'arte e restauratori continua a preferire le tradizionali sorgenti alogene. Nel corso del colloquio viene mostrato qualche esempio del rapporto tra luce e visione, coinvolgendo il pubblico con alcuni esperimenti dal vivo, insieme con i risultati preliminari circa la percezione dei dipinti.