Un vero percorso temporale e sensoriale. Il documentario realizzato da ZammuTV si propone di dare voce a diverse persone che hanno scelto di vivere all'ombra del vulcano. Una carrellata di volti, luoghi, visioni e interpretazioni personali di ciò che sta davanti ai nostri occhi: a muntagna
Il 21 giugno 2014 si celebra l’anniversario dell’iscrizione del vulcano Etna nella lista Unesco dei patrimoni mondiali dell'umanità, definito uno dei vulcani «più emblematici e attivi del mondo». ZammùTV ha deciso di realizzare un breve documentario che onori quest’evento, usando le voci di chi ha fatto dell’Etna la sua nuova casa, o che ha cambiato il proprio stile di vita dedicandosi a pieno al magnifico vulcano che non a caso viene da molti indirizzato con l’appellativo di «mamma Etna».
Il lavoro darà voce a diverse personalità che vivono all'ombra del vulcano. Una carrellata di volti, luoghi, visioni e interpretazioni personali di ciò che sta davanti ai nostri occhi: a muntagna.
Boris Behncke, vulcanologo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ci mostra il suo lato umano. Non ci soffermiamo sul suo ruolo accademico, sulla sua fama da ricercatore. Alle camere di ZammùTV interessa la sua scelta atipica: un ricercatore tedesco, che ha la possibilità di proseguire i suoi studi ovunque nel mondo, rimane talmente affascinato dal nostro vulcano da decidere di effettuare un’insolita migrazione inversa. Dalla Germania, si trasferisce negli Anni '80 nella provinciale isola del Mediterraneo di cui subito s’innamora. Dopo 30 anni è ancora affascinato dall'Etna, e vive ogni giorno come una nuova scoperta con la stessa intensità di quando è approdato sulle coste catanesi.
Giuseppe Severini. Nasce a Milano e decide a 31 anni di trasferirsi a Randazzo. Vive in una casa medievale, con una bellissima vista fra le case di roccia vulcanica della cittadina e la valle fluviale dell'Alcantara, arroccato alla periferia del centro. Inizia a studiare la tradizione musicale medievale, che vede a Randazzo la sua età dell’oro. Dall'analisi di affreschi e sculture nelle chiese e cattedrali di tutta l’isola ricava bozzetti, che poi diventano progetti realizzando strumenti musicali ormai estinti. L’elemento di unione col territorio è, dunque, l’utilizzo di legni etnei per la realizzazione dei suoi strumenti. Una gioia per lui ascoltare per la prima volta le note di uno strumento da lui creato, sorprendersi ogni volta del risultato inaspettato, far rivivere sonorità perdute. Anche la sua una scelta di vita è coraggiosa, una migrazione atipica, una vita che insegue la sua vera passione.
Daniele Pennisi. Giovanissimo ha già capito cosa vuole fare. Lascia tutto e con la sua neonata associazione prende in gestione lo storico rifugio Citelli. A 1741 metri d’altezza si dedica in tutto e per tutto a far rinascere la struttura. È un lavoro a tempo pieno, dedica le sue giornate solo a questo. Lascia la città e si trasferisce lì. Non ha ripensamenti, neanche quando piogge di ceneri vulcaniche, con la loro prepotente violenza, rovinano il tetto e distruggono i pannelli solari, senza i quali la vita è ancora più dura. I suoi sforzi vengono ripagati dalle sensazioni che solo mamma Etna può donare. Il suo tuonare, di notte, ricorda a chi vive a quelle altezze che siamo ospiti di un mondo vivo, in divenire. Sentir respirare la terra, godere di una tale vista, è un modo per ristabilire l’equilibrio che la nostra società a volte concorre a farci perdere.
Toti Domina. Uno dei fondatori del Gapa, decide insieme alla moglie Tiziana Cicero di trasferirsi con la numerosa famiglia in uno dei magnifici scorci che l’Etna può offrire. Subito sopra Milo costruiscono una casa di paglia. Ci spiega come la realizzazione di tale struttura viene effettuata nel rispetto dell’ambiente seguendo le linee guida della bioedilizia. Si dedica con la famiglia alla permacultura. Dal lungomare di Catania in cui l’Etna si vede maestosa, ma lontana, adesso vive lì sopra, a contatto con la terra che lo rende quasi totalmente autonomo dal sistema commerciale di cui tutti siamo un po’ schiavi. Accanto alla moglie e il figlio minore ci parla della sua esperienza. Indubbiamente subisce forte il fascino del vulcano e racconta alle telecamere di ZammùTv come questa sua scelta ha condizionato la sua vita.
In questa cornice magica di testimonianze rivolgiamo lo sguardo al viaggio attorno al vulcano grazie ad un mezzo di locomozione che fa da collante fra quello che è stato - i vecchi vagoni e i mezzi di locomozione antichi - con una modernità sempre in movimento. Attraverso la mitica littorina dell'Fce di Catania ci facciamo affascinare dai luoghi e dai paesaggi che incontriamo man mano che si sale verso quelle che sono le cittadine più vicine a' Muntagna. Un vero percorso temporale e sensoriale.