Il 17 maggio è la giornata mondiale contro l'omofobia e la transfobia. Anche il capoluogo etneo partecipa coinvolgendo i cittadini in una campagna fotografica curata dagli studenti universitari della costituenda associazione Queer as Unict insieme ai gruppi Stonewall e Segretariato italiano degli studenti di Medicina
«Ogni giorno ci sono omicidi, pestaggi, fenomeni di bullismo e numerosissimi suicidi. Eppure nessuno si occupa del tema come meriterebbe perché si pensa che ci siano sempre altre urgenze. Questo è un modo per ricordarlo a tutti». Così Francesca Milone, studentessa del dipartimento di Medicina dell'università di Catania, commenta la giornata mondiale contro l'omofobia e la transfobia che si celebra il 17 maggio. Francesca, insieme a diversi colleghi, è scesa in piazza Università per l'evento organizzato dalla costituenda associazione universitaria Queer as Unict insieme ai gruppi Stonewall e Segretariato italiano degli studenti di Medicina.
Di mattina i ragazzi hanno proseguito la loro campagna fotografica, cominciata il 25 aprile tra Siracusa e Catania, con lo scopo di sensibilizzare i cittadini. Gli stessi chiamati a posare con un sorriso e il cartello #stopomofobia per uno scatto da condividere sui social network. «Catania risponde molto bene, ci aspettavamo di peggio. Hanno aderito soprattutto i giovani e molte coppie eterosessuali», spiega Michele Dello Spedale Venti, di Queer as Unict. Sebbene qualcuno manifesti ancora profonda ignoranza o diverse incertezze sul tema. Come chi, alla ricerca del termine più politically correct per intendere una persona omosessuale la appella come «calamaro».
Ma il gruppo universitario fa appello anche all'ateneo di Catania. Come Vittoria Vitale, giovane studentessa di Scienze della Comunicazione che porta avanti due battaglie per i colleghi trans, frutto dei pregiudizi vissuti sulla sua pelle. La prima è perché anche Catania, come già Palermo, si doti di un doppio libretto per gli esami che riporti anche l'identità di arrivo dello studente, uomo o donna, a prescindere da quella di partenza e dalle eventuali operazioni subite. La seconda invece riguarda l'organizzazione di corsi sulla sessualità, considerata l'ignoranza riscontrata nei colleghi - a cui Vittoria sta sottoponendo in questi mesi un questionario - su termini come identità di genere ma anche eterosessualità.