Franco Politano, responsabile del Centro Speleologico Etneo, ci guida alla scoperta dei rifugi antiaerei ancora accessibili, un luogo di memoria sopra il quale camminiamo ogni giorno
«Sotto i nostri piedi c'è un mondo sconosciuto, dimenticato da tutti». Lo spiega Franco Politano, elettricista appassionato di speleologia, responsabile e fondatore del Centro Speleologico Etneo. I suoi racconti e le immagini raccolte dalle telecamere di Zammù TV, mostrano la Catania dei rifugi antiaerei, che riemerge dalla polvere della storia.
Sono trascorsi quasi 70 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, il più catastrofico che la storia dell'uomo ricordi. Una guerra "totale", non più confinata alle trincee e ai campi di battaglia: tra il 1939 e il 1945, infatti, il mondo intero fu esposto alla barbarie bellica.
Nuovi e moderni aerei militari sorvolavano le città, sganciando bombe sulla popolazione civile che, per la prima volta, si trovava brutalmente coinvolta nel conflitto. In tutta Europa vennero edificati rifugi antiaerei, talvolta improvvisati; in Italia, malgrado già nel 1936 una legge imponesse la realizzazione di rifugi in fabbricati in costruzione, lo scoppio della guerra colse tutti impreparati.
Così fu anche a Catania: la città, che non fu risparmiata dai bombardamenti degli Alleati, dovette dotarsi di una trentina di rifugi collettivi pubblici. La maggior parte furono ricavati da cave di sabbia rossa, come nel caso del rifugio ancora esistente in prossimità della facoltà di Agraria, di quello di via Cardì, forse costruito dai cittadini stessi, e del grande rifugio di via Daniele, dotato persino di pronto soccorso, servizi igienici e all'interno del quale è tuttora presente una imponente colonna a forma di fascio littorio. Altri, invece, furono appositamente edificati, come ad esempio quello presente nel cortile dell'istituto Boggio Lera, in pieno centro storico: un fabbricato in cemento armato con impianto elettrico, bagni e una stanza attrezzata per il ricambio d'aria in caso di attacco con armi chimiche, che pochi conoscono.
Tutto questo è parte di un patrimonio di cui la nostra città è ricca e che meriterebbe più cura e considerazione. Un passato non troppo lontano, un luogo di memoria sopra il quale camminiamo ogni giorno.
Il video inaugura "La città invisibile", una serie di contributi originali prodotti da Zammu TV.