Il direttore artistico del Centro Zo racconta l'origine e i nuovi obiettivi della struttura. Una factory multidisciplinare entrata a pieno titolo nel circuito non istituzionale degli spazi di cultura e aggregazione sociale
Nato all’epoca della decantata "primavera catanese", il Centro di Culture Contemporanee Zō di piazzale Asia si è sviluppato secondo il modello della factory multidisciplinare, affermandosi poi, in 15 anni di vita, nel circuito non istituzionale degli spazi di cultura e aggregazione sociale.
Ai microfoni de L’Elzeviro, la rubrica culturale di Radio Zammù e MeridioNews, lo racconta Sergio Zinna, direttore artistico di Zō, ritornando sulle origini ma riflettendo anche sulla possibile evoluzione della struttura.«
Zō – spiega Zinna - è un luogo di ritrovo ormai consolidato, con un pubblico assiduo e variegato, ma forse oggi, nell’epoca dei social, si sono ristretti gli spazi per la sperimentazione: «C'è poca curiosità per l'ignoto, e più tendenza ad andare sul sicuro». Per questo adesso vale la pena di tentare la strada del dialogo con le istituzioni, in particolar modo con il mondo universitario e con gli studenti: quegli stessi giovani che, «invadendo le strutture culturali della città», possono fornire nuova linfa alla mai nascosta aspirazione di "sprovincializzare" Catania.