Tre giorni di festa con artisti provenienti dall'Ucraina, dalla Siberia, dagli Usa, dalla Cina e dall'Ungheria hanno unito la Sicilia al resto del mondo grazie alla musica di questo originalissimo strumento. Nel nostro video, però, i musicisti internazionali sembrano parlare una sola lingua: quella del marranzano
Nel mondo c'è chi lo chiama drymba, khomus, morchang, mouth harps oppure kou xiang, da noi si chiama scacciapensieri, anzi marranzanu. E a questo originalissimo strumento musicale Catania ha dedicato un festival con artisti provenienti dall'Ucraina, dagli Stati Uniti, dalla Cina, dall'Ungheria e perfino dalla Siberia. Il Marranzano World Fest (inserito nel cartellone "Porte aperte Unict 2016") si è svolto dal 15 al 17 luglio 2016 al Monastero dei Benedettini dell'Università di Catania, e inaugurato il 14 con una tavola rotonda sulle musiche tradizionali come strumento di incontro tra generazioni e culture.
Settima edizione della manifestazione dedicata alla musica tradizionale e contemporanea, il festival organizzato da Associazione Musicale Etnea e Mondo di Musica quest'anno era incentrato sul tema delle danze popolari. Il "ballettu" e le danze popolari siciliane si sono confrontate così con la "pizzica tarantata" e con le rituali danze in cerchio ohuokhai dei musicisti siberiani provenienti dalla Jacuzia.
Sul palco si sono alternati marranzanisti siciliani come Fabio Tricomi, Puccio Castrogiovanni, Giorgio Maltese, Carmelo Buscema, Giuseppe Roberto e poi l'ucraina Makoviya, il gruppo di khomus Dygyn dalla Jacuzia, l'indiano Sameer Thakur, il franco-statunitense Neptune Chapotin e il virtuoso cinese Wang Li. Suggestiva anche l'esibizione della Compagnia Siciliana di Scherma Corta e dei siberiani Eyeer. Sul palco della terza serata anche i Musicisti Popolari dei Monti Peloritani, gli Etigen Khomus, ancora dalla Jacuzia, Aron Szilagy e la Dorombos Banda (Ungheria) e infine i palermitani Lassatilabballari.