È il Monastero dei Benedettini il vero protagonista dello spettacolo andato in scena questo weekend. Più di 500 gli spettatori coinvolti, applauditissimi gli attori Evelyn Famà, Carlo Ferreri e Pamela Toscano, autrice del testo
Più di 500 spettatori hanno attraversato i due Chiostri del Monastero dei Benedettini per lasciarsi condurre nel magico viaggio nel tempo di “Fonte a Ponente, luna crescente” documentato dalla bellissime foto di Salvo Puccio. Lo spettacolo itinerante, scritto e interpretato da Pamela Toscano insieme a Carlo Ferreri ed Evelyn Famà (prodotto e ideato da Officine Culturali con il prezioso contributo di Ance Giovani di Catania, nell’ambito della rassegna Porte Aperte all’Università 2016) è andato in scena il 22, 23 e 24 luglio.
La storia è quella complicata e intricata in mille nodi del plesso monastico benedettino che, a causa di calamità naturali e dell’azione di uomini che sottostavano allo stato di “emergenza” post-unitario, fu distrutto e ricostruito continuamente. I 500 anni di evoluzioni e involuzioni passano sotto lo sguardo di una fontana di marmo, costruita nel 1691, che prende vita e canta grazie alla magistrale e ironica interpretazione di Pamela Toscano. Una rana, che ha la voce di Evelyn Famà, figlia della bella fontana, vuol raccontare a tutti i costi la triste ma bella storia della sua nascita, avvenuta nel momento più buio degli usi impropri adottati al Monastero. Ad evocare i fasti dei monaci e la dolcezza del canto dell’acqua c’è Carlo Ferreri, che interpreta un pittoresco acquaiolo innamorato della musica.
Per raccontare una storia così complessa si è scelto un registro onirico e fiabesco che ha toccato prima le corde del cuore e poi attraverso un gioco di ironia e un pizzico di satira ha segnalato il silenzio in cui ancora oggi la fontana vive, nonostante il recupero e il restauro avvenuto ormai dieci anni fa. I più incantati sono stati i bambini che hanno visto prendere vita ciò che è apparentemente inanimato, hanno ascoltato un elefante svampito e smemorato, una rana saltellante e un politicante, Consalvo Uzeda Principe di Francalanza, con lunghe orecchie d’asino che svuota e svilisce parole come “libertà, progresso, democrazia”.
“Fonte a Ponente Luna Crescente” è il quarto esperimento firmato da Officine Culturali e da Pamela Toscano di Site Specific Performance, cioè di creazione di opere teatrali e narrative pensate e studiate per il luogo, in questo caso il Monastero, che diventa protagonista e non mera scenografia o “cornice”: il testo, gli attori, le luci entrano in comunicazione con lo spazio, con le sue architetture, con la natura dei suoi materiali ma soprattutto con la sua vicenda che è poi sineddoche della storia della città, della Sicilia e d’Italia.
Ancora una volta il Monastero ha dimostrato di essere una casa per i catanesi, un libro da cui si possono ancora trarre delle storie. Visto il grande successo e il sold out registrato per tutte le repliche, Officine Culturali insieme ai tre attori, Pamela Toscano, Evelyn Famà e Carlo Ferreri, stanno già pensando di replicare prima della fine della bella stagione per dare ad altri, soprattutto ai più piccoli, la possibilità di partecipare a questo viaggio nel tempo che porta fino ai giorni nostri.