In occasione del G7, apre al pubblico l’Innovative Gate of Culture che racconta la storia e l’identità della Sicilia grazie alle moderne tecnologie della comunicazione e dell’informazione
Da oggi, chiunque atterra all’Aeroporto internazionale di Catania, già all’uscita nell’area arrivi, è invitato a scoprire l’Innovative Gate of Culture appositamente ideato dall’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibam Cnr) e dalla Società aeroporto Catania (Sac S.p.a.) con la collaborazione del Comune di Catania.
Una nuova iniziativa promossa dall’Ibam, rivolta alla società, e, in questo specifico momento ai numerosissimi ospiti che arriveranno all’aeroporto di Catania in occasione della manifestazione mondiale del G7. L’iniziativa rientra nell’ambito delle attività volte alla divulgazione dei risultati della propria ricerca scientifica e tecnologica sul territorio per stimolare la consapevolezza del ruolo e del valore della ricerca scientifica sul patrimonio culturale oggi.
Uno spazio, all’interno dell’aeroporto internazionale "Bellini" (Fontanarossa) di Catania, il cui allestimento grafico è stato curato da Andrea Guardo, Aldo e Luca Tringali, partner dell’Ibam, che racconta la storia, la cultura e l’identità della Sicilia grazie all’uso sapiente di aggiornate tecnologie della comunicazione e dell’informazione associate a linguaggi emozionali resi ora alla portata di tutti.
Una volta entrati all’interno dell’Innovative Gate è possibile ammirare anche alcune riproduzioni di reperti archeologici custoditi nei musei siciliani, in particolare la riproduzione, ottenuta attraverso la stampa 3D della testa in marmo del Kouros da Lentini, custodito al Museo Civico di Castello Ursino di Catania e delle riproduzioni realizzate da un’officina artigianale siciliana del busto in terracotta di Persefone da Morgantina, custodito al Museo archeologico regionale di Aidone e, ancora, del ritratto in marmo dell’imperatore Ottaviano Augusto di Centuripe, custodita al Museo archeologico regionale “Paolo Orsi” di Siracusa.
Da un grande monitor è possibile poi godere della proiezione di docu-video in lingua inglese di ricostruzioni tridimensionali abilmente realizzati dal laboratorio Itlab dell’Ibam guidato da Francesco Gabellone, caratterizzati da un linguaggio coinvolgente, d’immediata comprensione, ma dall’alto rigore scientifico, che consentono di scoprire e comprendere le complesse trasformazioni che hanno interessato, nel corso dei secoli, monumenti come il teatro greco-romano di Catania, l’anfiteatro romano di Catania e il teatro di Siracusa.
Inoltre, è possibile immergersi virtualmente all’interno di alcuni luoghi simbolo della Sicilia orientale grazie all’applicazione Digitaly Sicily Tour realizzata per l’occasione nell’ambito di una sinergica collaborazione tra l’Ibam e l’Ett S.p.A., una industria digitale e creativa internazionale specializzata in innovazione tecnologica e culturale. L’App Digitaly Sicily Tour, attraverso l'utilizzo di dispositivi mobili e di cardboard permette di esplorare una cartina della Sicilia presente all’interno del "gate" in modalità augmented reality, individuando con le apposite cardboard i luoghi di rilievo turistico e culturale contrassegnati sulla cartina stessa e osservarle in modalità virtual reality, muovendosi al loro interno attraverso foto panoramiche a 360°. Tra i luoghi selezionati, la Cattedrale del Sacro Cuore di Messina, piazza Duomo di Acireale, l’area archeologica di Santa Venera al Pozzo (Aci Catena, Catania) dove l’Ibam sta scavando proprio in questi giorni, le Terme achilliane di Catania, il centro storico di Noto, il teatro greco di Siracusa, piazza Duomo e l’odeon di Taormina.
Lo spazio, in occasione dell’importante appuntamento internazionale del G7 sarà anche la sala di accredito per le numerose delegazioni e i giornalisti internazionali che faranno scalo nell’aeroporto etneo.
Nella città di Taormina saranno proiettati su maxischermo, posto dinnanzi al Palacongressi che ospiterà i leader mondiali, anche i docu-video realizzati dagli specialisti dell’Itlab dell’Ibam in collaborazione con il Dipartimento e l’Assessorato regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana e il Parco archeologico di Naxos e Taormina guidato da Vera Greco. Una selezione di alcune delle bellezze di Taormina e della Sicilia orientale. Grazie all’uso di diverse tecnologie e strumenti per la conoscenza e la comunicazione del patrimonio culturale, quali ad esempio, drone, ricostruzione 3D, computer graphics, realtà virtuale, è adesso possibile conoscere l’aspetto originario del teatro antico di Taormina e apprezzarne, finalmente, la sua complessità architettonica; scoprire il volto di Catania e Siracusa nel periodo dell’impero romano e tuffarsi all’interno di acquerelli e disegni dell’epoca dei viaggiatori del Grand Tour in Sicilia.
«Da molto tempo l’Istituto è impegnato nella disseminazione della conoscenza scientifica e della divulgazione dei risultati della ricerca sviluppata sul territorio – dichiara Daniele Malfitana, direttore dell’Ibam Cnr - Per questo siamo particolarmente felici di aver messo mano alla creazione del Cultural Gate all’aeroporto di Fontanarossa, provando così a raggiungere le migliaia di visitatori che, una volta giunti in Sicilia, entrando nel Gate come si entra dentro un Istituto di ricerca, potranno acquisire dati e andare così alla scoperta della Sicilia e dei suoi tesori.
«I nostri ricercatori e i nostri bravissimi informatici ed esperti di comunicazione – continua Malfitana - sono la chiara dimostrazione che dall’intreccio di saperi e competenze è possibile ridurre i tempi e produrre prodotti d’eccellenza. Sapere che il nostro Istituto ha potuto mettere sotto gli occhi dei grandi della Terra ciò che facciamo quotidianamente ci riempie d’orgoglio dando anche risultati tangibili ai ricercatori e tecnologi che, con entusiasmo e spirito di squadra, lavorano nella nostra straordinaria struttura».
«Attraverso uno studio sistematico, tracciabile nella sua evoluzione – afferma Francesco Gabellone, ricercatore dell’Ibam di Lecce e coordinatore scientifico dell’Itlab - l’archeologia virtuale, che racchiude lo studio sul patrimonio culturale e l’uso di metodologie appartenenti all’information and communication technologies, si propone di consegnare al pubblico risultati interpretativi su monumenti e opere d’arte la cui figuratività sia stata danneggiata o compromessa. In questo processo di studio, tutte le informazioni emerse dalle diverse discipline della ricerca archeologica convergono in un modello di conoscenza del monumento, il quale viene così identificato come sintesi dei dati raccolti.
«Gli scenari virtuali – conclude Gabellone - costruiti intorno a questo corpus di informazioni, hanno non solo il compito di informare, ma anche quello di formare e divertire, combinando esigenze e tecniche di apprendimento con il divertimento e l’intrattenimento con l’obiettivo di accelerare e favorire l’accrescimento culturale degli individui, dando valore aggiunto all’intrattenimento, quel valore che solo il rigore scientifico può assicurare».