Giovedì 10 febbraio alle 18, seconda puntata del progetto multimediale "Narratori e compositori di Sicilia". Gli attori Andrea Tidona ed Evelyn Famà interpretano l'adattamento di Ezio Donato, sulle note di "Drammi intimi" di Matteo Musumeci, eseguito dall'Orchestra del Bellini
«Ella rimaneva immobile stesa supina sul ciglione del sentiero, col viso in su e gli occhi spalancati e bianchi. Il Pigna abbrancò per l'omero Ambrogio che non si era mosso, torvo, senza dire una parola, e Carlino balbettò: - Tutti e tre, veh! Siamo stati tutti e tre!... O sangue della Madonna!...».
"Tentazione!" è la cronaca di uno stupro, riportata con crudezza e senza alcun intento morale dalla penna di Giovanni Verga, il maestro del Verismo. Apparso per la prima volta sulla torinese Gazzetta del popolo della domenica il 2 settembre 1883, il racconto si discosta dalla classica produzione verghiana ma mantiene lo stile impersonale tipico dell'autore, privo di sfumature morali e sentimentali.
"Tentazione!" è protagonista del secondo appuntamento del progetto multimediale in cinque puntate "Narratori e compositori di Sicilia", ideato dal Teatro della Città e realizzato in collaborazione con il Teatro Massimo Bellini e l'Università di Catania per esaltare il particolare connubio tra le pagine dei grandi della letteratura isolana e le partiture di rinomati compositori siciliani contemporanei.
Nel video, realizzato da Zammù TV, gli attori Andrea Tidona ed Evelyn Famà interpretano l'adattamento teatrale di Ezio Donato, accompagnati dalle note di "Drammi intimi" di Matteo Musumeci, eseguito dall'Orchestra del Teatro Massimo Bellini diretta da Leonardo Catalanotto.
Pubblicata in "Drammi intimi" nel 1884, "Tentazione!" è un testo scomodo, incentrato su un episodio di efferata violenza sessuale. La vicenda, assai cruda è trattata fuori da ogni orizzonte di condanna morale, in cui i carnefici possono apparire irresponsabili quanto la loro vittima.
Si tratta di una delle novelle più scioccanti dell’intero repertorio verghiano, con una scrittura dal ritmo serrato e incessante e la narrazione di un’escalation che giunge ad esiti distruttivi imprevisti. Allo scrittore non interessa giudicare: condannare uno stupro è scontato, attribuire tutta la responsabilità alla criminalità dei colpevoli è rassicurante, ma Verga non si adegua al conformismo morale e scava fino in fondo nelle oscure motivazioni dell’atto inaccettabile.
I protagonisti dello stupro sono ragazzi normali e la violenza si rivela una possibilità sempre in agguato anche nelle menti meno predisposte al crimine. Come è stato possibile? Intorno a questo drammatico interrogativo si costruisce la novella.