La professoressa Maria Lo Duca, docente di Didattica dell'Italiano all'Università di Padova parla di didattica della grammatica agli insegnanti delle scuole secondarie di 2° grado che hanno partecipato al corso di aggiornamento e formazione del progetto “Mat-Ita”
In video la professoressa Maria G. Lo Duca (docente di Didattica dell'Italiano all’Università di Padova) parla di didattica della grammatica agli insegnanti delle scuole secondarie di 2° grado che hanno partecipato al corso di aggiornamento e formazione del progetto “Mat-Ita” dell'Università di Catania.
Si tratta di un progetto di potenziamento delle competenze linguistiche e matematiche dei ragazzi, realizzato dal Centro orientamento e formazione d'Ateneo in collaborazione con i dipartimenti di Matematica e Informatica (Dmi) e di Scienze umanistiche (Disum) dell'Università di Catania.
Le riprese di questa lezione sono state realizzate lunedì 9 maggio 2016 al Monastero dei Benedettini di Catania nel corso dell'incontro dal titolo “Didattica metacognitiva e riflessione sulla lingua” (consulta le slide qui).
«Come si fa a promuovere una didattica metacognitiva? - si domanda Lo Duca - Occorre puntare sull’autonomia del discente, che dovrà "imparare ad imparare", cioè imparare ad applicare certi particolari comportamenti, strategie e abitudini adeguate e utili a garantire un più efficace e duraturo apprendimento».
Ogni materia scolastica deve allestire i propri strumenti di lavoro - contenuti, materiali, metodologie - in modo da coinvolgere e motivare l’allievo e renderlo capace di apprendere in modo autonomo e efficace, pertanto «il compito dell’insegnante è quello di mettere consapevolmente in atto una serie di azioni didattiche che siano in grado di condizionare in senso positivo le modalità con le quali si studia e si apprende. Tali modalità, se correttamente impostate, rendono gli apprendimenti duraturi, cioè bagaglio permanente dell’individuo, sempre disponibile ad essere ripescato e riutilizzato anche di fronte a compiti nuovi».
Secondo Lo Duca «Troppi argomenti della nostra disciplina vengono affrontati troppo presto, quando i bambini non hanno ancora maturato una competenza linguistica che li metta in condizione di ‘vedere’ certe forme e di capirne la funzione. Dunque le nostre spiegazioni e le definizioni dei manuali risultano inaccessibili ad una vera comprensione e vengono studiate, memorizzate e poi applicate in modo meccanico nella soluzione degli esercizi.
«Io penso che la materia grammaticale sia troppo compressa in troppi pochi anni, e che bisognerebbe mettere mano in modo serio al curricolo riducendo la quantità nelle classi inferiori a vantaggio della qualità, facendo lo sforzo di identificare in modo più preciso gli oggetti grammaticali da trattare in ogni segmento scolastico e coinvolgendo nella riflessione sulla lingua tutti i cicli scolari, fino all’ultimo anno delle superiori».