La terza tappa del tour tra le riserve del Cutgana ci porta nel territorio siracusano, dove gli esperti ci conducono nelle profondità delle cavità carsiche delle grotte Monello, Palombara e Villasmundo. Nei tre video uno sguardo anche alla flora, alla fauna e agli splendidi paesaggi della zona
Il direttore Salvo Costanzo ci guida all'interno delle riserva di Grotta Monello di Siracusa (estesa circa 60 ettari), nel settore orientale dell'altopiano ibleo. Ad accogliere i visitatori sono aree pianeggianti incise da profonde forre generate dal moto dell'acqua. La genesi dell'area è legata infatti alle diverse fasi del processo di dissoluzione carsica dovuto alle acque meteoriche che si infiltrano nel sottosuolo, costituito dalle calcareniti della formazione dei Monti Clìmiti.
«Il Vallone Moscasanti - spiega Costanzo - delimita una parte di costone roccioso che contiene uno scrigno di biodiversità e bellezza: la Grotta Monello che pur avendo una storia geologica molto antica ha una storia "umana" molto recente: è stata scoperta infatti solo nel 1948». Inizia da qui il viaggio tra le sculture di roccia dell'ipogeo (vai anche al virtual tour di Grotta Monello).
La seconda tappa del viaggio nelle riserve siracusane ci porta a Grotta Palombara, nel territorio di Melilli.
Istituita nel 1998 dall'Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana, la rni tutela una delle più importanti grotte carsiche della Sicilia orientale. «La riserva - spiega il direttore Fabio Branca - si divide in zona A (di riserva integrale), che coincide con la Grotta Palombara (ipogeo), e la zona B di pre-riserva, estesa circa 11-12 ettari, che si sviluppa in epigeo. Dall'aprile 2015 Grotta Palombara è stata classificata inoltre come geosito, cioè area di interesse geologico (sono quattro in tutto quelli riconosciuti all'interno delle riserve gestite dal Cutgana: il complesso di grotte Immacolatelle e Micio Conti, la grotta Monello e la grotta Villasmundo, ndr)».
«Sotto il profilo geologico ci troviamo nella formazione dei Monti Clìmiti costituito da calcareniti biancastre. Questi depositi si sono formati a partire da 20 milioni di anni fa». La grotta Palombara, in particolare, esplorata sin dagli Anni 50, si sviluppa nel suo complesso per circa 800 metri tra cunicoli e sale molto suggestive: «Spiccano la Sala dei vasi - dove sono stati ritrovati resti dell'età del rame, oggi custoditi al museo Paolo Orsi di Siracusa - e la Sala del guano, famosa per la piramide dovuta alla presenza di una cospicua colonia di pipistrelli».
Due piccole, profonde, valli fluviali, quelle dei torrenti Belluzza e Cugno di Rio, separate da un altopiano, delimitano il territorio che ospita la rni Complesso speleologico Villasmundo-Sant'Alfio di Melilli, istituita nel 1998 e affidata in gestione al Cutgana per tutelare uno dei più importanti sistemi carsici dell'area iblea. A guidarci è la direttrice della riserva Elena Amore.«La zona A di riserva integrale riguarda le cavità del complesso ipogeo (visitabile solo da speleologi esperti) con le affascinanti grotte Villasmundo, Sant'Alfio e del Vaso, i cui ingressi si aprono lungo le sponde del torrente Cugno di Rio».
Il territorio che ospita la riserva (l'epigeo), e che rappresenta la zona B di pre-riserva, si estende per circa 70 ettari, nel settore nord-orientale dei Monti Clìmiti. «In questo territorio si passa dalle praterie steppiche, alla macchia mediterranea, al bosco di leccio o ripariale di platano orientale e saliceto. Il ricco sottobosco comprende specie fitogeograficamente molto importanti tra cui l'Urtica rupestris, che ha come peculiarità quella che le foglie non abbiano peli urticanti».
E le grotte? «La più affascinante delle tre è forse la grotta Villasmundo che ha uno sviluppo longitudinale di circa due chilometri e mezzo e che si articola in una successione di inghiottitoi, cunicoli, sifoni e pozzi che porta a un lago terminale».