Dopo l'omicidio del ricercatore italiano in Egitto la libertà di ricerca è a rischio? Hanno cercato di rispondere a questo quesito alcuni studiosi e africanisti provenienti da tutta Italia, in un incontro promosso nell'ambito della IV Conferenza dell'Associazione per gli Studi africani in Italia
Nel video di Zammù Tv, la tavola rotonda dal titolo "Libertà di ricerca a rischio: riflessioni a seguito dell'omicidio di Giulio Regeni" che si è tenuta lo scorso settembre al dipartimento di Scienze politiche e sociali, nell'ambito della IV Conferenza dell'Associazione per gli Studi africani in Italia (Asai)
A parlare del caso Regeni e a raccontare la propria esperienza di studio e ricerca in Paesi del Nord Africa sono stati gli studiosi e africanisti Maria Cristina Ercolessi (Università di Napoli “L’Orientale”); Cristiana Fiamingo (Università di Milano), Luca Jourdan (Università di Bologna), Francesco Correale (French National Centre for Scientific Research) e Nicola Melis (Università di Cagliari). A presiedere l'incontro è stato il prof. Federico Cresti (presidente di Asai, ordinario di Storia dell’Africa nell'Università di Catania e direttore di Cosmica, il Centro d’Ateneo per gli studi sul mondo islamico contemporaneo e l’Africa).
In quegli stessi giorni l'Ateneo di Catania aderiva alla campagna "Verità per Giulio Regeni", promossa da Amnesty International “per non permettere che l'omicidio del giovane ricercatore italiano in Egitto finisca per essere dimenticato”. Lo striscione della campagna è stato esposto sulla facciata del Palazzo centrale, del Palazzo Dusmet (dipartimento di Scienze politiche e sociali) e all'ingresso della Torre biologica e del dipartimento di Matematica e Informatica.