In questa lezione introduttiva il professore Giuseppe Barone, docente del dipartimento di Scienze politiche e sociali, propone una riflessione sulle origini e sul significato di "Grande Guerra"
In questa lezione introduttiva il prof. Giuseppe Barone, ordinario di Storia contemporanea e direttore del dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, prendendo spunto dalle celebrazioni per il centenario della Prima Guerra Mondiale, conduce gli studenti alle origini e alle conseguenze del primo grande conflitto della Storia, con una riflessione sul significato del termine "Grande Guerra".
La lezione fa parte della seconda edizione del ciclo "Prime lezioni di..." realizzato da Zammù TV e Centro Orientamento e Formazione d'Ateneo per aiutare gli alunni delle scuole medie superiori nel delicato passaggio all'università.
«Non voglio limitarmi ad esporre aspetti puramente militari e diplomatici, ma ragionare su cosa significhi 'Grande guerra'», ha spiegato il docente. «I contemporanei di quegli anni, infatti, definirono così la Prima Guerra Mondiale: una guerra che segna una cesura profonda tra il prima e il dopo, fra il Secolo lungo, ovvero l''800, e il Secolo breve, il '900».
«Il Secolo lungo - continua il docente - comincia alla fine del '700, con la rivoluzione industriale inglese e con la rivoluzione francese, mente il Secolo breve ha inizio nel 1914, con lo scoppio del conflitto, e finisce tra il 1989 e il 1991, col crollo dell’Unione Sovietica e del comunismo».
Ma in cosa la Grande Guerra differisce dai precedenti conflitti, e perché ha degli aspetti su cui riflettere? Secondo lo storico catanese, la Grande Guerra ha tre elementi per la quale differisce rispetto ai conflitti precedenti: «questa è la prima guerra davvero mondiale, moderna, di massa», prosegue Barone. «E' mondiale, perché coinvolge tutti i continenti: al termine del conflitto, infatti, cambierà la carta geopolitica dell'intero pianeta, con uno sconvolgimento dell'equilibrio internazionale e il crollo di tre imperi: tedesco, asburgico e zarista. E' moderna, perché mette in campo il non plus ultra del progresso scientifico e tecnologico del tempo: inaugura radio, telefono, sistemi di comunicazione innovativi, sistemi di mobilità delle truppe su grandi strade, linee ferroviarie veloci e nuove armi (mitragliatrici, cannoni a lunga gittata, aeronautica, gas, carri armati). Infine, è di massa, perché coinvolge grandi masse di truppe e tutta la popolazione e non solo i soldati impegnati al fronte».