La recensione di Vittoria Strano, studentessa di Archeologia, tra i membri del gruppo di appassionati di cinema, studenti, laureati e docenti che animano "Learn by Movies", sul terzo film della rassegna di quest'anno: "A Vida Invisível"
Rio de Janeiro primi anni ’50. Guida ed Eurídice, sono due sorelle piene di sogni per la loro vita futura: l’amore passionale per l’una, e un posto come pianista al conservatorio di Vienna per l’altra. Ben presto però, dovranno confrontarsi con le convenzioni sociali e con ciò che più si addice ad una donna. Non sarà un confronto pacifico per nessuna delle due.
A Vida Invisível è un film del 2019 diretto da Karim Aïnouz, basato sull'omonimo romanzo di Martha Batalha e presentato al festival di Cannes per la categoria Un Certain Regard. La storia si basa sulla contrapposizione di due figure femminili diverse ma complementari che, indipendentemente dalle scelte di vita prese, non avranno sconti dalla società in cui vivono.
Guida finisce tra gli ultimi rappresentando la donna che si ribella e costretta a pagare per sempre le conseguenze di un errore di gioventù. Eurídice, al contrario della sorella, fa tutto ciò che si conviene, tutto ciò che le convenzioni sociali impongono ad una giovane donna di una famiglia rispettabile. Eppure, nessuna delle due vedrà realizzata la vita sognata poiché vittime di una società patriarcale in cui la loro intera esistenza è orchestrata da uomini che si sentono in diritto di manovrarle come marionette, al punto da tenerle persino distanti l’una dall’altra.
Veri protagonisti della pellicola sono il legame e l’amore tra le due sorelle che vanno ben oltre questa distanza, una distanza non tanto fisica quanto sociale che è anche quella imposta dai segreti e dalle menzogne del padre delle due. Si potrebbero, dunque, definire come due sorelle separate dalla vita stessa in cui la volontà di sentirsi vicine e di ritrovarsi sarà il leitmotiv di tutto il film.
Con un realismo disarmante che non risparmia nessun dettaglio, il regista mostra un mondo in cui la donna non ha libertà di scelta. Può solo sottomettersi alla volontà di padri e mariti incarnando il topos di angelo del focolare, accontentandosi di una mediocre esistenza in cui sogni e ambizioni non trovano spazio alcuno. Anche la musica, che è quanto di più bello c’è nel mondo, fatica a sopravvivere nella vita di Eurídice, può solo ritagliarsi uno spazio marginale tra i doveri di figlia, moglie e madre.
Tuttavia, c’è qualcosa di ancora peggiore: ad esser loro negato è persino il rispetto che si deve ad un essere umano e, in particolar modo, ad una donna.