La recensione di Tiziana Panettieri, senior member di Learn by Movies, del primo film della rassegna di quest'anno: "American Animals"
Tutto comincia da Spencer, studente d’arte insoddisfatto della sua vita e in cerca di qualcosa che possa ispirarlo e motivarlo ad andare avanti. Nella stessa situazione si trova l’amico d’infanzia Warren che, nonostante la borsa di studio vinta per meriti sportivi, è deluso dalla vita universitaria e dalla vita borghese che conduce.
Per dare una scossa alle loro monotone esistenze decidono di organizzare un colpo alla biblioteca della Transylvania University a Lexington, nel Kentucky, coinvolgendo altri due ragazzi, Eric e Chas. Il piano è quello di rubare degli antichi manoscritti custoditi in un’apposita sezione e piazzarli sul mercato europeo, ma è meglio non far programmi nella vita, gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo.
Film indipendente presentato al Sundance Film Festival del 2018 e ispirato ad una storia vera, ha la particolarità d’essere a metà tra il documentario e il film di finzione. Si alternano, infatti, le interviste a tu per tu fatte ai veri protagonisti (Warren Lipka, Spencer Reinhard, Chas Allen, Eric Borsuk) con la ricostruzione della vicenda e gli attori che, nella stessa, li interpretano, rispettivamente Evan Peters, Barry Keoghan, Blake Jenner, Jared Abrahamson. Se si volesse dare una definizione ad American Animals sarebbe bene definirlo heist movie (sottogenere del thriller che racconta storie di bande criminali prossime ad organizzare un colpo ben studiato), ma quella di questi quattro ragazzi non è una vera banda criminale come quelle a cui il cinema sino ad oggi ci ha abituato.
Grazie ad un’ottima e scrupolosa sceneggiatura che ci permette di conoscere la storia e i ragazzi a 360°, capiamo sin da subito che il loro scopo non è far del male, ma provare un brivido d’eccitazione compiendo un atto folle che possa farli uscire dal loro torpore di rampolli di buona famiglia.
É una banda sgangherata, impaurita, apparentemente organizzata, ma che si lascia prendere dal panico compiendo le più banali sciocchezze. L’euforia e la mancanza di freni inibitori li porteranno a commettere errori fatali per la loro vita. L’assurdità della storia del film scritto e diretto da Bart Layton è da ricercare nell’agiatezza e comodità in cui questi quattro giovani sguazzano sin da quando sono nati. Un privilegio? Forse, ma a volte, come dimostra questa storia, la monotonia della vita borghese diventa una gabbia dalla quale si vuole uscire e volare finalmente liberi.