L'ottava lezione del prof. Luperini affronta l'insegnamento tematico, un'opportunità didattica nuova per riavvicinare la letteratura agli studenti che scoprono così nel testo i contatti col loro vissuto concreto
Durante l'ottava lezione di Didattica della Letteratura il prof. Romano Luperini ha condiviso con gli studenti del corso di laurea magistrale in Filologia moderna (Dipartimento di Scienze umanistiche, Unict) le sue riflessioni sull'insegnamento "tematico" della Letteratura.
Muovendo dalla vicenda storica che ha visto la critica letteraria tematica patire, sin dal suo esordio, una cattiva reputazione, l’insegnamento tematico è, secondo Luperini, un'opportunità nuova di ordine didattico che va saputa trattare in modo da evitare rischi, scegliendo temi che riguardino aspetti importanti e universali della condizione umana che svelino mentalità, costumi e cultura di un popolo, e la sua trasformazione. «La critica tematica rimanda alla vita vissuta all'esperienza concreta, i temi garantiscono un aggancio con il vissuto dei giovani, il tema porta con sé una massa di elementi simbolici, mitici, psicologici ed esistenziali, che coinvolgono la personalità del giovane».
Da un punto di vista pratico, inoltre, il percorso tematico ha alcuni vantaggi: permettere un raggruppamento delle opere di tipo diverso rispetto a quello dei movimenti letterari e delle poetiche, favorendo uno studio che consente di mettere in relazione letterature diverse (italiana e straniere, letteratura del passato del mondo classico e del mondo moderno). L'approccio tematico consente un approccio interdisciplinare, «trattando un tema viene naturale mostrare come appaia anche nel cinema o nella pittura, e questa “ginnastica” fra discipline diverse non può che aiutare lo studente abituandolo alla complessità e alla flessibilità che sono necessarie se si vuol passare dal singolo testo alla serie dei testi e dal semplice capire il testo alla sua comprensione».
La letteratura per temi, tuttavia, presenta anche alcuni rischi: sottrae all'analisi la singola opera che in quanto opera è un unicum. «Bisogna anche confrontarsi con l'opera singola, sapere ricostruire la genesi artistica, psicologica. Sarebbe come annebbiare tutto in una serie se si raggruppassero indistintamente le opere sotto ad un tema senza storicizzarle. Sarebbe la caduta del giudizio estetico. Le opere sono accostate per il valore dato dal tema e non per il valore letterario che esse hanno. Non ci si può dimenticare dell’artista, colui che ha scritto l’opera. I testi sono fondamentali ma occorre anche lo studio delle personalità artistiche e questo studio non si può limitare ai temi. Bisogna individuare il percorso interiore dell’artista, altrimenti perdiamo di vista gli aspetti più specificamente letterari delle opere studiate».
Spetta all'insegnante riuscire ad annullare questi rischi, «la tendenza alla critica tematica incoraggia l’idea del testo come documento e se si fa solo questo non siamo all'altezza del nostro compito. Perché noi dobbiamo dimostrare che l’opera ha un valore non solo documentario ma estetico».