Domenica 30 maggio alle 19 va in onda il terzo radiodramma del ciclo "La Memoria delle Radici: le Radici delle Memoria", con la regia di Ezio Donato
«Colapisci era uno mezzu omu e mezzu pisci»: con queste semplici e scarne parole, che descrivono la straordinaria qualità anfibia di questo essere sorprendente, hanno inizio quasi tutte le versioni popolari dell'antichissima e famosa leggenda di Cola Pesce.
Agli inizi del '900, Giuseppe Pitrè, negli "Studi di leggende popolari in Sicilia", ricostruisce la natura, l'origine e l'evoluzione della leggenda, collocandola fra le ultime forme di mitologia in Sicilia. Non v'è dubbio, infatti, che questo mitico eroe discenda, attraverso la tradizione popolare (più di 40 versioni) e letteraria (50 autori dal medioevo a oggi). Nella mitologia lo avevamo già incontrato con altri nomi assieme a Poseidone, ai Tritoni e a tutti gli altri semidei abitanti del mare fra lo Jonio e lo Stretto di Messina. Soprattutto Glauco, innamorato non corrisposto di Scilla, è il suo antenato più diretto, e come Colapesce condannato per disgrazia da bambino alla metamorfosi che lo manterrà per sempre mezzo uomo e mezzo pesce.
E la leggenda? In una città imprecisata sul mare della costa orientale della Sicilia, Catania o Messina, un bambino di nome Cola, mentre gioca sulla riva del mare, subisce una metamorfosi a causa dell'imprecazione della madre, stanca di richiamarlo fuori dall'acqua come ogni giorno. «Chi putissi addivintari un pisci!»: in quel momento le parole della madre si traducono in realtà... Il bambino, con la parte inferiore del corpo trasformata in pesce, si tuffa in acqua e scompare. Rinato come Colapesce, diviene il re del mare, padrone di tutti i tesori sottomarini, amico e protettore dei naviganti...
Ezio Donato
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Le antiche fiabe siciliane incontrano il mezzo radiofonico. Colapisci è il terzo appuntamento del ciclo dedicato alla tradizione popolare siciliana fra miti, storie e leggende che diventano profonde riflessioni. Protagonisti del radiodramma, il regista Ezio Donato, gli attori Rossana Bonafede, Daniele Bruno, Riccardo Maria Tarci e Aldo Toscano e le musiche di Matteo Musumeci.